Commentario abbreviato:1Timoteo 6:3Capitolo 6 Il dovere dei cristiani nei confronti dei credenti e degli altri maestri 1Tim 6:1-5 Il vantaggio della pietà con contentezza 1Tim 6:6-10 Un solenne incarico a Timoteo di essere fedele 1Tim 6:11-16 L'apostolo ripete il suo monito ai ricchi e chiude con una benedizione 1Tim 6:17-21 Versetti 1-5 I cristiani non dovevano pensare che la conoscenza religiosa o i privilegi cristiani dessero loro il diritto di disprezzare i padroni pagani, o di disobbedire ai comandi legittimi, o di esporre le loro colpe agli altri. E coloro che godevano del privilegio di vivere con padroni credenti, non dovevano rifiutare il dovuto rispetto e la riverenza, perché erano uguali per quanto riguarda i privilegi religiosi, ma dovevano servire con doppia diligenza e allegria, a causa della loro fede in Cristo e in quanto partecipi della sua libera salvezza. Non dobbiamo accettare nessuna parola come salutare, se non le parole di nostro Signore Gesù Cristo; a queste dobbiamo dare un consenso sincero. Di solito i più orgogliosi sono quelli che sanno di meno, perché non conoscono se stessi. Da qui nascono l'invidia, le lotte, i litigi, le malelingue, le dispute tutte sottigliezze e prive di solidità tra uomini dalla mente corrotta e carnale, ignari della verità e del suo potere santificante e alla ricerca del loro vantaggio mondano. Riferimenti incrociati:1Timoteo 6:31Ti 1:3,6; Rom 16:17; Ga 1:6,7 Dimensione testo: |